domenica 29 gennaio 2017

Sistemi ottici come occhi degli insetti

Sistemi ottici ispirati agli occhi degli insetti: in futuro potrebbero essere questi i sistemi che verrebbero adottate dalle telecamere di sorveglianza!

Sistemi ottici a lenti multiple per le future telecamere, che prenderebbero spunto dal sistema ottico di alcuni insetti:

Sistemi ottici come occhi degli insetti
Sistemi ottici come occhi degli insetti
Una videocamera dotata di ben 180 lenti, ciascuna orientata in una diversa direzione, sarebbe perfetta per sistemi di sicurezza che provvederebbero poi a combinare tutte le immagini in una sola!
Si tratterebbe in sostanza dello stesso principio che il cervello di alcuni insetti è dotato, infatti la fotocamera a cui si fa riferimento, realizzata da John Rogers dell'Università dell'Illinois a Urbana-Champaign, contiene una griglia di minuscoli diodi.
Questi diodi sono formati da materile di silicio fotosensibili, ed ogniuno di essi è collegato a fili flessibili a forma di "S", dotato inoltre di una minuscola lente!
Tutto l'insieme che forma la struttura della fotocamera è poi modellato a forma di cupola.
Questa struttura, è in grado di offrire alcuni vantaggi rispetto alle videocamere tradizionali, le quali sono dotate di una sola lente:
Infatti consente di avere una visione chiara su un campo visivo allargato a 180°, ed è sensibile al movimento.
I ricercatori, che si sono ispirati agli occhi degli insetti, affermano che unendo due emisferi è possibile avere una copertura di 360°, senza alcun tipo di aberrazione e con una profondità di campo quasi infinita, grazie allo speciale sensore costruito appositamente.

Il progetto, guidato da Yonggang Huang e da John A. Rogers, ha richiesto tre anni per essere portato a termine e la partecipazione di esperti in ottica, elettronica, fabbricazione, modellazione e del design.

Questa nuova tecnologia potrebbe essere utilizzata in futuro per dispositivi di videosorveglianza o per l'imaging in procedure endoscopiche e la sua importanza è sottolineata dall’interesse della celebre rivista scientifica Nature, che le ha dedicato un lungo articolo.

Fonte: Science

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