Energia oscura domina nell'universo, rispetto ad altre componenti, pare essere quella con maggiore presenza: almeno secondo alcune teorie!
Energia oscura, questa pare essere la componente maggiore che si trova in tutto l'universo, infatti alcune teorie al riguardo affermano che:
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Energia oscura domina l'universo |
occuperebbe per il 72,2% l'intero spazio dell'universo, mentre il 26,8% sarebbe costituito dalla materia oscura e appena il 4,9% dalla materia visibile! Questi i risultati secondo i dati forniti nel 2013 dal satellite Planck dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa).
Ancor prima dei dati di Planck si pensava che l’energia oscura occupasse il 68,3% del cosmo, la materia oscura il 22,7% e la materia ordinari il 4,5%.
L’ipotesi dell’energia oscura è la più accettata dalla comunità scientifica perché riesce a spiegare l’espansione dell’universo prevista dal modello standard della cosmologia.
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Fig.1 |
Il termine “energia oscura” è stato coniato nel 1998 dal cosmologo Michael Turner, ma il primo a prevedere questo fenomeno era stato Albert Einstein nel 1916.
Come tutti i suoi contemporanei, Einstein era inizialmente convinto che l'universo fosse statico e quando la sua stessa teoria della relatività generale gli indico' che l'universo si espande, si vide costretto a introdurre una variabile, che chiamò “costante cosmologica”.
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Albert Eistein |
Grazie ad essa era possibile riportare l'universo ad una calma immutabile.
Tuttavia nel 1929 Edwin Hubble dimostrò che le galassie si allontanano progressivamente e che l’universo non è statico, ma si espande costantemente.
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Edwin Hubble |
A quel punto Einstein non potè che definire la costante cosmologica come ''il più grande errore'' della sua vita.
A dimostrare che non avevano torto né Einstein né Hubble ci ha pensato il fisico Richard Feynman secondo il quale nel vuoto è presente una forma di energia che esercita un’azione antigravitazionale e che fa accelerare l’espansione dell’universo.
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Richard Feynman |
Le prime conferme sono arrivate a partire dagli anni ’90 in seguito all’osservazione delle supernovae del tipo IA, vere e proprie “pietre miliari” del cosmo:
sono i punti di riferimento utilizzati per calcolare le distante nell’universo ed hanno permesso di dimostrare la validità della teoria dell’espansione dell’universo formulata da Hubble.
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