Fonte - ANSA - Creata una nuova forma di luce, totalmente diversa da quella che conosciamo, con le particelle di fotoni che "parlano" tra di loro!
Recentemente è stata creata una nuova forma di luce, del tutto nuova rispetto al normale concetto e struttura che conosciamo oggi tutti quanti:
Creata nuova forma di luce: fotoni che "parlano" tra loro |
si tratta di un tipo di luce del tutto diverso con le particelle dei fotoni che dialogano tra loro, molto più lente nel loro andamento!
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Fig.1 |
Pubblicato sulla rivista Science, il risultato si deve ai ricercatori guidati da Vladan Vuletic, del Massachusetts Institute of Technology (Mit), e Mikhail Lukin, dell'università di Harvard.
A tal proposito all'ANSA il direttore del Centro di Scienza e Tecnologia Quantistica delle università tedesche di Ulm e Stoccarda a dichiarato:
"E' una forma di luce completamente nuova!"
Fig.2
Anche per i fisici, l'interazione dei fotoni è certamente la realizzazione di ciò che fino ad oggi era semplicemente un sogno che per decenni apppariva lontano ed impossibile da realizzarsi:
"i fotoni normalmente non 'parlano' tra loro" ha osservato Calarco. Riuscire a farli comunicare "è fondamentale per utilizzarli come unità di informazione dei computer quantistici".
A tal proposito va detto come i computer quantistici che verranno realizzati in futuro, si baseranno sui cosiddetti bit quantistici, ossia i 'qubit', che possono assumere più di due stati:
1, 0 ma anche stati sovrapposti, memorizzando molti più dati e che per questo possono elaborare le informazioni molto più velocemente.
Fig.3
"Come possiamo pensare - ha detto Calarco - di fare una semplice addizione e quindi unire tra loro due qubit, se questi si ignorano e quindi non si scambiano informazioni?".
Per potere riuscire a superare questo ostacolo si è fatto ricorso ad uno 'stratagemma':
"hanno usato degli atomi come 'intermediari' per far dialogare tra loro i fotoni".
Nell'esperimento è stata usata come 'mediatrice' una nuvola di atomi di rubidio, che è stata raffreddata a temperature vicine allo zero assoluto per immobilizzare gli atomi. In pratica, ha detto l'esperto:
i fotoni entrati nella nube hanno 'parlato' con gli atomi e c'è stato uno scambio di informazioni che ha fatto accoppiare le particelle.
La luce in uscita esibiva anche un'altra proprietà molto particolare:
le sue particelle erano molto più lente.
Mentre i fotoni normalmente viaggiano a 300.000 chilometri al secondo, i fotoni accoppiati viaggiavano circa 100.000 volte più lentamente.
Questo perché, hanno spiegato i ricercatori, i fotoni singoli non hanno massa, mentre quelli legati tra loro avevano acquisito una frazione della massa di un elettrone.
Fonte: ANSA
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