Curare ferite complesse, quelle in cui è difficile intervenire per poterele rigenerare, presto si potrebbe agire facendo uso di cute bioingegnerizzata.
Curare ferite complesse, quelle in cui è difficile intervenire, presto si potrebbe avere la soluzione grazie all'utilizzo di una speciale cute bioingegnerizzata:Curare ferite complesse con cute bioingegnerizzata |
L'utilizzo della cute bioingegnerizzata nella cura delle ferite difficili, a iniziare dal piede diabetico, è una delle nuove frontiere della biotecnologia.La bioingegneria ci offre un approccio rivoluzionario ed innovativo, che applica le funzioni di progettazione e costruzione proprie dell’ingegneria all’ambito biologico:
l’ingegneria tissutale è un settore della bioingegneria rivolto alla creazione di sostituti biologici in grado di mantenere, ripristinare o migliorare la struttura e le funzioni dei tessuti (Marazzi).L’ingegneria tissutale rappresenta un nuovo approccio alla riparazione e ricostruzione di tessuti ed organi danneggiati da una patologia, da un trauma o in difetti congeniti.
Fig.1 |
I vantaggi dell’uso di un tessuto umano prodotto con tecniche di coltura in vitro sono: sicurezza, efficacia del prodotto e disponibilità di materiale.Il primo organo interamente ingegnerizzato, che è passato dalla fase sperimentale alla fase di trattamento sull’uomo, è stato la pelle, ed è stato utilizzato per il trattamento delle ustioni, delle ulcere cutanee, e di ferite di diversa profondità (biblio in Marazzi).
Negli ultimi 10 anni, presso la Clinica di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva di Ancona, sono stati trattati con impianto di tessuti autologhi bioingegnerizzati di fibroblasti e cheratinociti 177 pazienti suddivisi in 12 gruppi eziologici.
Un tessuto bioingegnerizzato è costituito da cellule autologhe (cellule staminali e differenziate) le quali vengono seminate su un supporto biocompatibile.In particolare, in chirurgia plastica, vengono utilizzati ormai da una decina di anni dei tessuti bioingegnerizzati per la riparazione di perdite di sostanza cutanea, e che sono costituiti da fibroblasti o cheratinociti autologhi seminati e poi fatti crescere su scaffolds di acido ialuronico esterificato.
Con questa tecnologia è possibile ottenere da un prelievo bioptico di circa 2 cm2 una superficie centinaia di volte maggiore in 3-4 settimane.
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